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      Un grande senso di misura caratterizza i lavori di questo congresso. Ma quanti sono gli operai che prendon parte alla discussione? Io non ne ho trovati citati che pochissimi: la quasi totalità dei delegati è composta di avvocati, giornalisti, deputati, piccoli borghesi.
      Bisogna perciò non esagerare nella valutazione di questo congresso ed evitare di ricavarne conclusioni troppo ottimiste sull'attività morale delle singole società operaie.
      L'ultima seduta è riservata alla discussione di una spinosissima questione: il suffragio universale. Devesi trattarla in un congresso esclusivamente dedicato agli interessi operai? Sulla questione preliminare si incrociano i pareri opposti, e in breve nasce un tumulto. Mentre alcuni sostengono essere il suffragio universale il mezzo piú logico e piú conveniente per rimediare ai mali della classe operaia, altri si oppongono nettamente alla discussione. Si viene ai voti, questi ultimi resultano in minoranza; è cosí radicata la loro convinzione che, ponendo all'ordine del giorno argomenti di questo genere, si rovinano i congressi operai, suscitando dissensi politici quanto mai dannosi ai sostanziali interessi della classe lavoratrice, che essi preferiscono ritirarsi anziché assistere al trionfo della tesi avversaria(82).
      È importante notare come tra questi ultimi si schierino i rappresentanti della frazione piú evoluta della classe operaia: i tipografi di Milano. Non vogliono sentire di suffragio universale, e son quelli stessi che, qualche mese prima, hanno proclamato lo sciopero.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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