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      E fu lo Stampa a proporre ai congressisti di dichiarare «che le Associazioni italiane proclamavano e stabilivano un patto federativo, la cui azione fosse esercitata dalla Commissione permanente, conservando a ciascuna società la propria autonomia; che la Commissione... procedesse a formare un regolamento da approvarsi dalle società». La proposta venne votata alla quasi unanimità: solo sei o sette delegati votaron contro, ritenendo che la unificazione avrebbe compromesso troppo gravemente la vita autonoma delle singole società. Stefano Boldrini, che era fra quelli, chiarí per tutti le ragioni del dissenso. Quindi si ritirò dal Congresso(166).
      Quanto alla proposta di fondare una banca operaia, il congresso - dopo lunga discussione - preferí affidar la cura di studiarne la possibilità e i particolari tecnici a una speciale commissione, della quale fu chiamato a far parte, con Broglio e Martinati, Carlo Cattaneo(167). La commissione avrebbe riferito nel successivo congresso.
      Ultima deliberazione fu quella di fondare un giornale che fosse l'organo ufficiale delle società operaie.
      Quindi, eletta la nuova Commissione permanente(168) e spediti due indirizzi a Garibaldi(169) e a Mazzini(170), il congresso si sciolse(171).
     
      Mazzini, saputo che a Parma si era deliberata la tanto auspicata unione in un solo fascio delle società di mutuo soccorso, la fondazione di una banca e del giornale operaio, rimase piú che soddisfatto, fiducioso che alle deliberazioni sarebbero seguiti immediatamente i fatti.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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