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      Questo lavoro di assottigliamento e di correzione non fu lieve: il tono caldo e ispirato dello statuto di Mazzini venne concretato, spianato, si direbbe, al contatto delle espressioni precise e dimesse di Cattaneo. Si tagliò il preambolo morale-religioso, si tolsero le allusioni al suffragio universale e alla riforma tributaria. Si presero a prestito dal progetto di Cattaneo l'assicurazione della indipendenza di ciascuna sezione e l'idea di diffondere il mutuo soccorso tra le classi agricole «troppo neglette finora»; si mantenne l'articolo riguardante le relazioni da promuoversi con le associazioni straniere, e si rifuse in modo assai felice quello sulla fede nazionale(183); si mutò forma, non la sostanza, di qualcuno fra i convincimenti iniziali, e s'aggiunse un paragrafo affatto nuovo, che non so in qual misura potesse garbare a Mazzini, sulle «petizioni da inviarsi al Parlamento a pro' degli interessi e dei diritti delle classi operaie». Mazzini aveva parlato di agitazione legale; i prudenti commissari scelsero la formola petizione(184).
      L'XI Congresso delle società operaie, convocato a Napoli per il 25 ottobre 1864, fu chiamato a discutere e ad approvare questo Atto di fratellanza.
      Si può dire che in ciò solo consista l'importanza del congresso il quale, per gli avvenimenti politici che di poco lo avevano preceduto e che avevano distratta la generale attenzione (Convenzione di settembre e fatti di Torino) si perse nell'indifferenza sia dei democratici sia dei moderati. Il fatto è che della questione operaia le classi colte s'interessavano in periodi di bonaccia politica: la dimenticavano completamente quando altre preoccupazioni premevano.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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