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      Ma nella seduta successiva (13 marzo) Marx, a sua volta, venne a dolersi delle deliberazioni prese in sua assenza, e a ribadire talune affermazioni di Jung, rivelando che Mazzini andava facendo propaganda contro il socialismo marxista(305). Alla seduta partecipava, invitato, Angelo Orsini, fratellastro di Felice, ex mazziniano. Anche Orsini si scagliò contro Mazzini accusandolo di aver «preso un'attitudine reazionaria di fronte alla scienza» e affermando che «v'erano socialisti in Italia... Carlo Cattaneo, Ferrari erano socialisti»(306). L'incidente si trascinò per altre sedute, finché il 17 aprile non vennero confermate le deliberazioni prese il 6 marzo. Il 1° maggio fu eletto segretario per l'Italia un certo Irani(307). Ma un nuovo incidente portò alle sue dimissioni. Il Lafargue, membro del consiglio, stampò sulla «Rive Gauche», in occasione della guerra italo-austro-prussiana, un attacco contro Mazzini e Garibaldi qualificandoli degni compari di Bismarck. L'Irani, protestando, il 26 giugno, affermò sdegnato che i due italiani erano «buoni socialisti» - e si ritirò dal consiglio(308). Con ciò il posto di rappresentante italiano rimase vacante.
      È molto strano che, nonostante questo carattere sempre piú nettamente antimazziniano che l'Internazionale andava assumendo(309) le relazioni tra di essa e i piú autorizzati esponenti del mazzinianismo in Italia si mantenessero ottime.
      Il 18 marzo 1866 il «Giornale delle Associazioni operaie» di Genova annunciava di essersi posto in relazione con la sezione ginevrina dell'Internazionale e stampava un esteso notiziario dell'associazione.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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