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      Il 30 marzo Gaspare Stampa, a nome della Commissione permanente eletta nel Congresso di Napoli, plaudiva all'opera dell'Internazionale, dichiarando ai suoi dirigenti che «le aspirazioni e gli scopi del nostro patto sono i vostri, se non che il vostro è piú esteso e promette una vita piú potente» e annunciando di fare «la piú ampia adesione al vostro programma»(310). Il 22 aprile lo stesso «Giornale» parlava dell'Internazionale in questi termini: «Alle società di ogni paese sovrasta un fatto della massima importanza, a queste società viventi in territorio limitato s'impone una società, che dovunque si estende, che non patisce confini, che affratella e trionfa, che comprende tutte le società, che è l'emblema della fratellanza universale, vogliamo dire: la Società internazionale». Nei numeri successivi non mancò di dar notizie sulla vita dell'associazione, di riprodurne gli statuti e via dicendo. Nello stesso tempo la Società operaia di Genova si poneva in relazione diretta col Consiglio generale di Londra(311).
      Tutto ciò non poteva verificarsi senza il beneplacito di Mazzini, che con molta attenzione seguiva l'attività del «Giornale» genovese e manteneva strette relazioni con la Commissione permanente di Napoli. Ma del suo curioso atteggiamento e delle sue probabili cause ho già fatto cenno.
      Nonostante questi contatti fra la rappresentanza degli operai italiani e l'Internazionale, nessun delegato italiano, ripeto, presenziò al Congresso di Ginevra. E solo un Comitato centrale delle società operaie della Lombardia fece pervenire un messaggio di adesione.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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