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      Di questo I Congresso (nel quale vennero approvati gli statuti definitivi; si deliberò di bandire in tutti i paesi la lotta per le otto ore di lavoro e per la regolamentazione del lavoro delle donne e dei fanciulli; si additò nella cooperazione uno dei mezzi principali di emancipazione del proletariato) Mazzini rimase abbastanza soddisfatto, pur deplorando che l'ordinamento dato alla Associazione la rendesse incapace di provvedere a cosí vasti disegni e mantenendo la critica pregiudiziale sul dannoso disinteresse dalle questioni politiche che le si era imposto. «Nel suo primo e migliore periodo di vita, - scrisse nel 1871, - l'Internazionale fu associazione strettamente operaia, separata da ogni questione vitale politica e concentrata esclusivamente sulla questione economica»(312).
     
      Ai primi del 1867 intanto la propaganda che da quasi due anni Bakunin sta svolgendo in Italia, comincia a ottenere tangibili resultati: si fonda a Napoli il circolo Libertà e Giustizia del quale si conserva, oltre a un Manifesto, di cui non conosco che un breve riassunto(313), il Programma, direttamente ispirato alle idee di Bakunin. Esso s'inizia con un rapido sguardo alle condizioni d'Italia, che definisce addirittura disastrose: il paese necessita di una completa riorganizzazione che tenga conto delle esigenze della classe piú numerosa della società perché «ogni organizzazione che si compia fuori del popolo e senza il suo efficace concorso sarebbe illusoria, anzi malefica, e non risponderebbe alla grande opera.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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