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      Nessuna forma di previdenza li soccorre; i buoni o i cattivi raccolti si traducono immediatamente in alti e bassi, ma piú bassi che alti, dei loro salari(371).
      L'inasprimento delle tasse e la coscrizione rendono piú acuto il loro malcontento e tormentano al tempo stesso i piccoli proprietari, i piccoli affittuari e i mezzadri, i quali tutti cominciano ormai a guardare al passato come ad un periodo di benessere perduto; il clero dà esca all'inquetitudine.
      Nei regimi caduti, il parroco di campagna funzionava infatti da elemento moderatore e ispirava la rassegnazione; nel nuovo s'è mutato in elemento perturbatore, che semina nel cuore dei fedeli lo spirito di rivolta.
      Il contadino non si limita piú alla rassegnata deplorazione del suo miserevole stato; è stanco, è sfiduciato, troppe circostanze cospirano a farlo disperare dell'avvenire; cova nel cuore la rivolta e si propone di conquistarsi con la violenza un po' di benessere.
      Studiata in fretta nei particolari dell'esecuzione, nonostante tanto clamore di proteste, la tassa sul macinato entrò in vigore agli ultimi di dicembre del 1868. La leggerezza con la quale se ne compilò il regolamento era tanto piú colpevole quanto piú evidente da ogni parte appariva che, all'atto della sua applicazione, essa avrebbe condotto a seri guai.
      Il 24 dicembre il ministro dell'Interno (Cantelli) invia a tutti i prefetti un telegramma che tradisce la piú viva preoccupazione: «Attuazione legge macinato segna momento importantissimo nell'assetto finanziario e politico del regno.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





Interno Cantelli