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      Il macinato non è, dunque, che la goccia la quale fa traboccare il vaso del malcontento popolare; l'origine dei tumulti, perciò, si può anche spiegare senza ricorrere all'ipotesi di incoraggiamenti e di provocazioni da parte di elementi estranei alle classi contadine; ma non si spiega in tal modo quel non so che di preordinato, di organizzato, di disciplinato, direi, pur nel disordine, che innegabilmente si riscontra nei moti: insomma, la strategia della rivolta(392). Bisogna per forza ammettere che i contadini tumultuanti, consci o inconsci, abbiano trovato alleati piú o meno numerosi e potenti, piú o meno disinteressati negli altri ceti sociali.
      Alcune circostanze parrebbero confermare le accuse contro i clerico reazionari; altre, quelle contro i repubblicani. Tra le prime sta il fatto, eloquentissimo, che i tumulti si verificano e, salvo eccezioni, restano limitati nelle campagne. Nelle campagne, a quel tempo, non si poteva davvero parlare di influenze di partiti politici e tanto meno di quello repubblicano che, seguendo Mazzini, mirava soltanto a prevalere nei centri; esse erano invece il feudo tradizionale dell'organizzazione clericale. I parroci erano certamente in grado di sorvegliare la massa contadina, di constatarne lo stato d'animo, di esercitare su di essa una influenza durevole; se, come apparve purtroppo chiaro nei primi giorni del 1869, i contadini giungevano quasi a rimpiangere i tempi andati, bisogna dire che trovavano nella maggioranza di quei parroci, ossia nella quasi esclusiva rappresentanza di una classe piú elevata con la quale vivevano a contatto, non soltanto comprensione, ma anche, e piú spesso, solidarietà attiva(393). Né si dica che era naturale che i moti si sviluppassero solo nelle campagne, dappoiché i soli contadini avevano a soffrire della nuova tassa; che questa pesasse su di loro piú che su qualunque altra classe sociale, è vero, poste le scarse possibilità che essi avevano di trovare compensi al nuovo aggravio; ma il rincaro del pane, nelle città, non era anch'esso un fatto sufficiente a provocare le proteste piú vive della massa operaia?


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





Mazzini