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      L'episodio della banda Manini è tipico. E cosí si spiegano i manifesti dei comitati segreti repubblicani, comitati forse, nella realtà, inesistenti, ma espressione della frenesia di molti repubblicani per slanciarsi nel moto.
      Certo che l'inerzia dei dirigenti il partito contribuí a rafforzare in molti giovani quella sfiducia in Mazzini e nella sua rivoluzione, che Bakunin aveva saputo, per primo, ispirare e che eventi posteriori aggravarono e portarono a una crisi definitiva.
      A parte tutto ciò, è certamente un fatto sintomatico e degno di rilievo che operai e artigiani, tra i quali era diffuso il rancore contro le classi dirigenti, e principiava a determinarsi una netta coscienza di classe, siano rimasti affatto immobili di fronte ai moti campagnuoli. Ostilità tradizionale del popolo di città a quello di campagna? Intuizione del fondo reazionario, quindi dello scopo piú politico che sociale del moto? Queste ragioni influirono certamente sul contegno degli operai; come anche, sia pure in misura minore, il disinteressamento se non la condanna dei moti da parte dei mazziniani, ai quali obbediva la maggior parte delle società operaie non legate al governo (tra l'altro era difficile che i mazziniani, per due terzi massoni, si alleassero alle mene dei clericali). Ma bisogna pure riconoscere che il contegno degli operai attestava un maturo senso della realtà; essi comprendevano ormai l'inutilità di certe rivolte incomposte; l'esperienza andava loro insegnando altri piú proficui e meno rischiosi mezzi di lotta; avevano appreso che il loro nemico non era il governo, che i mutamenti di regime politico avevano una ben scarsa ripercussione sulle loro condizioni.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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