Pagina (253/458)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      «Ma oggi che Mazzini... ci vuole gregari di un'idea che piú non corre col progresso dei tempi e che ci richiede fede quando abbiamo fame di pane non spirituale, liberamente gli diciamo che noi non potremo mai convenire di mettere le nostre azioni e i nostri pensieri sotto la dipendenza o protezione di un essere fittizio»(611). Dove va notato - e lo vedremo ripreso piú tardi - il motivo della contrapposizione fra lo spiritualismo mazziniano, incapace di scendere a conquistare pratiche nel campo sociale, e il materialismo dell'Internazionale, apparentemente meno elevato, ma anche, per fortuna, piú aderente alla dura realtà e alle necessità della vita quotidiana.
      Mazzini è stanco, è deluso. Vorrebbe conquistare una larga frazione della classe media moderata alle sue idee, e salvare le classi lavoratrici dall'Internazionale; ma l'Italia non è quella che egli aveva sognato e gli italiani non rispondono al suo appassionato appello col fervore che egli aveva sperato. «Voglio vedere prima di morire - scrive alla Stansfeld, il 13 settembre - un'altra Italia, l'ideale dell'anima e della vita mia, risorgere dal suo sepolcro di trecent'anni. Questo non è che il fantasma, lo scherno d'Italia»; e, ragguagliando l'amica degli attacchi ingiusti cui è fatto segno: «Alcuni - le racconta amareggiato - alcuni perfino mi attribuiscono quella che chiamano una recrudescenza di sentimento religioso per le paure che sorgono nella vecchiaia!»(612).
      Ma già gli maturava nella mente l'idea di fare un grande solenne tentativo per strappare alle utopie straniere, da lui ritenute tanto nefaste, la classe operaia italiana.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





Mazzini Internazionale Internazionale Italia Stansfeld Italia Italia