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      Fino a che fè parte dell'organismo mazziniano il militarismo rivoluzionario capitanato da Garibaldi, si ebbe ancora da Mazzini un simulacro di vita e di potenza; oggi lo scisma è dichiarato e, tranne pochi fedeli, la cosí detta democrazia italiana si è fusa nelle diverse gradazioni del partito socialista».
      In una lettera al direttore della repubblicana «Alleanza» di Bologna, 12 gennaio 1872, un anonimo C. (forse Celso Cerretti) chiarisce perché gl'internazionalisti ex mazziniani non devono esser considerati dei voltafaccia. Mazzini «diede un indirizzo alla democrazia italiana in un momento in cui le tenebre del dispotismo erano ostacolo allo sviluppo delle idee»; coloro che amavano la patria lo seguirono; ma «può dirsi per questo che essi accettarono completamente il programma politico-sociale-religioso di Mazzini? No! Molti di essi, e voi ne conoscete, materialisti per convinzione profonda, non potevano ammettere religione di sorta»; «conoscevano forse che il progresso indefinito avrebbe varcato il limite segnato dal progresso di Mazzini». «Se questi giovani oggi simpatizzano od anche si fanno membri di una Associazione che secondo loro si adatta meglio al programma politico-sociale che essi hanno, sono per questo meritevoli di rimprovero? No certo». «Come voi, o mazziniani, l'Internazionale vuole l'abolizione dei privilegi, come voi, inalzare tutti gli uomini allo stesso livello, come voi, abbattere la monarchia causa di vergogna all'Italia»(676). Soltanto che voi «nell'immenso cammino che deve correre la società avete segnato un punto al di là del quale non volete che si muova; essa dice: No! piú avanti!


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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