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      «Appena un anno fa eccetto due o tre punti isolati e sperduti nello spazio, in Italia non si dubitava neppure dell'esistenza dell'Internazionale. Ora, grazie alla stampa governativa e grazie soprattutto a Mazzini(718) nessuno la ignora» (p. 23).
      Bakunin si diffonde quindi ad esporre a uno a uno i principî programmatici dell'Internazionale. È tempo che in Italia si conosca la verità su quest'associazione, nota finora per le diffamazioni di interessati denigratori. Egli confida che, informati finalmente degli scopi dell'Internazionale, gli operai italiani si accorgeranno di quanto fuor di luogo e irragionevoli sian gli attacchi che Mazzini ha rivolti contro di essa, travestendola in modo grottesco, al fine di spaventare la borghesia e trattenere il proletariato. L'antinternazionalismo di Mazzini, del resto, non può maravigliare chi appena conosca la concezione che egli ha di popolo e di iniziativa popolare. Egli vuole l'emancipazione delle masse, ma le considera come assolutamente incapaci di dirigersi e di governarsi da sé: saranno felici e in grado di compiere la missione loro affidata da Dio solo se abbracceranno il suo programma e si lascieranno permeare dal suo sistema di educazione; considera sí necessità essenziale la loro unione: non comprende però che, ai fini dell'emancipazione morale e materiale del proletariato, essa è preziosa e feconda se spontanea, non ha invece alcun valore se forzata, o anche se troppo rigidamente la si voglia dall'alto controllare e guidare alle sue mete.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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