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      L'opuscolo, s'è detto, ha valore assai modesto. Ciò non pertanto la lettura ne è ancor oggi piacevole, grazie all'agilità stilistica, all'arguzia e alla vivacità dello scrittore, a volta a volta irruente e leggero, fine nella critica e poderoso nell'attacco, sempre ricco d'imagini e felice nell'espressione.
      Fu l'ultima stoccata del duello Mazzini-Bakunin.
     
      4.
      La morte di Mazzini
     
     
     
     
     
      Mazzini, assistendo al disgregarsi del partito, sentendosi vecchio e malato, non scorgendo intorno a sé discepoli energici capaci di continuare virilmente l'opera sua e in grado di preparare alla democrazia giorni migliori, si lascia qualche volta andare a illusioni di conciliazione che dovevano ripugnare a chi per primo, nobilmente, aveva voluto la scissione, nei termini piú netti possibili. E per esempio scrive il 27 febbraio 1872 a Rosario Bagnasco: «Guardando all'Italia, spero non darete piú grave peso che non meriti al dissidio attuale, lasciate che io lo paragoni prosaicamente a un dissidio di polli; chiusi in un pollaio, si beccano, messi all'aperto, sono amici piú di prima»(719).
      Illusioni sulla gravità dei dissensi, illusioni sui motivi profondi e l'estensione della crisi. «Il nostro partito non è disorganizzato - protesta Campanella il 7 marzo 1872. - E al dí d'oggi il gridio di pochi sbandati, erranti in cerca di novità straniera, senza programmi determinati, e spinti alle avventure piú da irose passioni che da veri principî, non lo commuovono affatto. Esso guata con indifferenza alle scarse diserzioni che avvengono nelle sue fila, perché sa che è e rimane sempre moltitudine»(720). Ma se tali illusioni possono nutrire sinceramente il Campanella ed altri pezzi grossi del partito repubblicano, se Mazzini stesso è obbligato a volte, di fronte a estranei o ad avversari, a mostrarsi ottimista, non davvero esse riescono a placare l'inquietudine e l'amarezza del suo spirito cui la lunga esperienza di uomini e di cose non consente di apprezzare la dolorosa situazione sotto una luce eccessivamente favorevole.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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