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      L'una e l'altra si costituiscono in modo che l'Italia, dopo la Spagna, e con la Spagna, è forse il paese piú rivoluzionario di questo momento(752). Vi è in Italia ciò che manca negli altri paesi: una gioventú ardente, energica, completamente spostata, senza carriera, senza uscita e che, malgrado la sua origine borghese, non è punto moralmente e intellettualmente esaurita come la gioventú borghese degli altri paesi. Oggigiorno essa si getta a corpo perduto nel socialismo rivoluzionario con tutto il nostro programma, il programma dell'Alleanza(753). Mazzini, il nostro geniale e potente antagonista è morto, il partito mazziniano è completamente disorganizzato, e Garibaldi si lascia sempre piú trascinare da questa gioventú che porta il suo nome, ma che va, che corre infinitamente piú lontano di lui»(754).
      Il 17 aprile si aduna a Roma, per iniziativa delle società operaie aderenti alla corrente moderata, un controcongresso operaio, nel quale confluivano tutti i nemici di destra del radicalismo mazziniano. Magnificato dai giornali conservatori, i mazziniani cercarono naturalmente di screditarlo, avvertendo che i delegati eran quasi tutti signori mentre v'erano pochissimi operai(755). Ma il numero stesso delle società rappresentate (172 oltre a 30 aderenti) toglie valore alle loro proteste.
      Il 2 maggio si ebbe l'episodio piú grave della lotta tra mazziniani e internazionalisti: a Lugo veniva assassinato Francesco Piccinini, giovane ardente internazionalista(756). La voce pubblica attribuí il delitto ai mazziniani né a tutti parvero sincere e credibili le smentite dei giornali mazziniani, nonostante le sdegnose deplorazioni di Aurelio Saffi(757).


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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