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      .. È incredibile l'energia e l'attività spiegata dai dissidenti, e l'opera loro non è rimasta senza frutto...» Due mesi piú tardi (10 luglio), urtato e deluso, Engels si sfogava con Cuno: «Gli italiani devono fare ancora un po' di scuola di esperienza, per imparare che un popolo tanto arretrato di contadini, come loro, non fa che rendersi ridicolo, quando vuol prescrivere agli operai dei popoli dalla grande industria, come devono contenersi per giungere all'emancipazione...»(760).
      Nell'estate del 1872 Bakunin poté raccogliere i frutti del suo lungo apostolato, ché il 4 agosto si riuní a Rimini il primo vero e proprio Congresso internazionalista italiano, presenti i delegati di ventun sezioni(761). Tullio Martello volle sostenere esser la maggior parte di quelle sezioni puramente nominali: bastava che in un luogo fossero un paio d'internazionalisti perché in quel luogo si proclamasse tosto l'esistenza d'una sezione in piena regola(762). Ma il tempo, col crescente sviluppo dell'Internazionale, gli dette torto. Egli ignorava altresí che non tutte le sezioni allora costituite parteciparono al congresso: dalle ricerche eseguite mi risulta che, a mezzo il '72, funzionavano, oltre quelle menzionate nei resoconti del congresso, almeno altre ventisette sezioni dell'Internazionale(763); né presumo di avere esaurito tutto il materiale utilmente consultabile. Si può dunque ritenere non troppo lontana dal vero la notizia, generalmente ripetuta, che nel 1872 esistessero in Italia un centinaio di sezioni internazionaliste(764).


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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