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      (106) «L'Unità italiana», Milano, 29 settembre 1861. In generale per la storia del Congresso ho seguito, oltre all'«Unità italiana», «La Nuova Europa» e «La Nazione», e soprattutto gli Atti del IX Congresso degli artigiani d'Italia [Firenze 27, 28, 29 settembre 1861], Firenze 1861.
      (107) Nella lettera già citata al presidente della Fratellanza artigiana di Livorno, scriveva: «Voi sapete come sia gelosa cura del governo che le società operaie non assumano nessun carattere politico. Io veramente credo che precipuo loro scopo abbia ad essere procurare lavori, agevolarli, soccorrersi, istruirsi, migliorarsi, provvedere alle disgrazie, alla vecchiezza ed altre necessità: tuttavia, le società operaie non possono né devono essere estranee alla politica».
      (108) Lo Sbarbaro mantenne sempre questa sua opinione. Il 27 dicembre 1870 scriveva a Boldrini: «Io ho costantemente sconsigliato alle società di mutuo soccorso di confondersi nelle miserabili contenzioni civili... ho sempre sconsigliato alle nascenti società di mutuo soccorso di mettersi sotto la bandiera politica di Mazzini» («La Roma del Popolo», 15 marzo 1871).
      (109) «È impossibile - egli dice - scindere l'operaio dal cittadino; se a quest'ultimo tutti riconoscono il diritto anzi il dovere di occuparsi delle vicende del proprio paese, come si potrà contrastarlo all'operaio? Ma si dice: libero l'operaio di aderire a quel partito che piú gli aggrada; gli si chiede soltanto di non far della politica nelle associazioni di mestiere (e quindi nei congressi di tali associazioni); ma il povero non ha troppo tempo da spendere; il tempo è moneta per tutti; pel popolo è il solo patrimonio; se gli togliete di favellare di politica nella sola ora di riposo che ha, significa a un dipresso costituirlo vescovo in partibus della politica». La questione economica e la politica non possono scindersi: «se l'operaio si occupa solo delle faccende materiali in economia, si formerà idee assolute astrattamente buone, pessime, anzi sovversive nell'applicazione.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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