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      III, passim.
      (219) Lettera di Marx a Engels, 4 novembre 1864, in Briefwechsel ecc. cit., vol. III, pp. 186 sg.
      (220) «Wolff voleva centralizzazione e intendeva per associazioni operaie solo quelle di beneficenza», dichiarò Marx un anno e mezzo piú tardi, quando già l'influenza mazziniana era del tutto eliminata dall'Internazionale. Centralizzazione, sí, e l'abbiam visto esaminando l'Atto di fratellanza; quanto alle associazioni di beneficenza, Marx forse alludeva al fatto che Mazzini ripudiava le organizzazioni di resistenza e fondava il suo concetto di movimento operaio sul dogma della collaborazione borghese (Verbali citati, Seduta di consiglio del 13 marzo 1866). Nel 1871, quando Mazzini si scagliò apertamente contro l'Internazionale asservita a una minoranza intrigante, il Consiglio dell'associazione, in una relazione del 4 luglio, gli ricordò il progetto di statuto da lui fatto proporre; nel quale senza tanti scrupoli si affidava la direzione delle cose al Consiglio generale né si esprimeva il dubbio che quei pochi individui, investiti di tanta autorità, finissero o per non operare o per operare tirannicamente. Il progetto presentato dal Wolff «era nello stile solito di Mazzini: la democrazia borghese che offriva diritti politici agli operai, onde poter conservare i privilegi sociali delle classi medie e superiori» («Il Romagnolo», Ravenna, 9 settembre 1871).
      (221) Lettera citata, 4 novembre 1864.
      (222) Cfr. gli statuti dell'Internazionale in J. GUILLAUME, L'Internationale, Documents et souvenirs (1864-1878), Paris 1905, t. I, pp.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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