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      (305) Verbali citati ad diem. Marx rimase assai impressionato della protesta di Wolff e piú del fatto che la maggioranza del consiglio intendeva dargli ragione. E si figurò che Mazzini, d'accordo con alcuni membri del consiglio, complottasse per impadronirsi della direzione dell'Internazionale. Scriveva infatti ad Engels, il 24 marzo 1866: «Nella seduta del 6 marzo s'è svolta una scena già bell'e preparata: apparve improvvisamente il maggiore Wolff in persona e tenne un solenne discorso in nome suo e di Mazzini e della Società italiana... Egli attaccò Jung e (implicitamente) anche me, molto violentemente. Il vecchio mazziniano di Odger, Howell, Cremer si fece avanti. Le Lubez aprí il fuoco e, at all events, fu presa una risoluzione che piú o meno conteneva un'ammenda onorevole per Mazzini, Wolff ecc. Come vedi la cosa è seria». E piú oltre: «Sarebbe un colpo abilissimo di Mazzini quello di lasciarmi portare avanti l'associazione e poi appropriarsene. Con l'aiuto degli inglesi, egli desiderava diventare il capo riconosciuto della democrazia continentale, come se i signori inglesi avessero nominato a capi noialtri!» «Si concluse che, ad ogni modo, martedí (13) io mi sarei mostrato in Consiglio e avrei protestato... contro quel modo d'agire. Io dovevo inoltre chiarire i rapporti di Mazzini sia con la nostra associazione sia col partito continentale dei lavoratori» (Briefwechsel ecc. cit., vol. III, pp. 301-3).
      (306) Verbali citati ad diem. Orsini si pentí poi di avere cosí crudamente attaccato Mazzini.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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