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      La sua indole, per quanto viva e capace di grandi propositi, per tanto inchinevole a una specie di noncuranza ed oblio di se stesso; gli innumerevoli disinganni sofferti ogni volta che per compiersi un politico rivolgimento si faceva appello al suo braccio, con le piú larghe ed eccitanti promesse tradite poscia infamemente il dí del conseguito trionfo; il sorgere e sparire di numerose associazioni operaie, che nate rachitiche, finivano nella dilapidazione dei fondi e nella camorra, e mille e mille altre ragioni, che sarebbe lungo noverare, avevano gettato l'operaio napoletano in una completa e disperata atonia. Spettava all'Internazionale il richiamarlo in vita, e ridestarne la sopita attività. Di fatti: fondata in gennaio 1869 la sezione napoletana della vastissima associazione... assunse in breve insperate proporzioni».
      Il processo verbale della seduta costitutiva è pubblicato in «Egalité», Ginevra, 27 febbraio 1869. Cfr. anche «Il Monitore di Bologna», 11settebre 1871. Il Caporusso si occupava da anni del movimento operaio. Nel 1865, presidente della Associazione umanitaria degli operai di Napoli, aveva diretto un indirizzo all'esule Mazzini, assicurandolo che «il popolo sta con voi» («L'Unità italiana», 26 marzo 1865). Nella citata Relazione si trova che egli «si era guadagnato le simpatie della classe operaia, che scorgeva in lui un intrepido campione dei suoi diritti», mercè la «opposizione da lui fatta alle mire poliziesche del presidente della Società centrale operaia di Napoli, ispirata, protetta e soccorsa pecuniariamente dal governo». Vicepresidente della sezione napoletana era il falegname Tucci, segretario il falegname Cirma.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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