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      (460) Relazione sulla sezione napoletana ecc. cit. Altra causa di decadenza furono i dissensi interni che vi si manifestarono. Il Caporusso, accusato di appropriazione indebita e calunnia, venne espulso. A capo della sezione rimase il Tucci, il quale si lasciò persuadere dal prefetto a esercitare pressione sui compagni perché ripudiassero l'adesione all'Internazionale. Restano due interessanti lettere del prefetto, d'Afflitto, il quale - convinto di servir la causa dell'ordine - si adoperò per ottenere un nuovo locale per la società, che n'era rimasta priva. E si rivolse all'uopo alle autorità cittadine. La prima lettera è del 2 aprile 1870: «La S. V. saprà certamente che da qualche anno era costituita in questa città la cosidetta Associazione internazionale degli operai, la quale, presieduta da Stefano Caporusso, ed influenzata da persone di dubbia fede politica, minacciava di divenire uno strumento potente in mano agli agitatori politici per turbare l'ordine pubblico e creare imbarazzi al governo. Saprà pure, che avendo i capi della medesima nel febbraio ultimo provocato uno sciopero di operai pellettieri, furono arrestati e processati. Avviene ora che gli operai associati, i quali, in sostanza, sono alieni dalle cose politiche, avendo compreso e riprovato gli intendimenti sovversivi del Caporusso, abbiano deliberato di deporlo dalla presidenza, e di ricostituire l'associazione, modificandone gli statuti, e limitandola al solo scopo di mutuo soccorso... Ed è perciò che io mi rivolgo alla S. V., pregandola di conceder l'uso di qualche sala.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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