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      Pochi dividevano il suo desiderio di ravvicinare correnti tanto dissimili ed egli intanto si lasciava trascinare da tutte in opposte direzioni.
      (508) Vedremo appresso dilagare le conseguenze del dissidio nella stampa democratica tutta. Fautori di Garibaldi e fautori di Mazzini si scagliano senza ritegno e con acrimonia gli uni contro gli altri.
      (509) pp. 73-74. Di questo volumetto cosí parla Cafiero, in una lettera inedita a Engels, del 29 novembre 1871: «Per quel libretto di Marius, l'è proprio come voi dite, e l'autore di esso è un povero diavolo che l'ha messo fuori per speculazione; un giovinetto che dice di aver militato sotto la Comune, mentre la pubblicazione non ha avuto alcuna importanza» (Carteggio di Engels cit).
      (510) MAINERI, Le stragi di Parigi ecc. cit., III, p. 28, dà un'idea dello spavento che incute l'Internazionale. «Oggidí appena odesi uno sciopero, ecco subito il timore del suo grande potere occulto e della possibile contemporanea diffusione di quello in molte città o primari opifici industriali». C. CANTÚ, Gli ultimi trent'anni ecc. cit., p. 124, scrive che i dirigenti l'Internazionale, oltre a decretare scioperi, «vollero forzare i loro membri a conformarsi alle decisioni d'un comitato direttivo, sin colla violenza, collo spruzzare in faccia acido solforico, col mescolare spilli ai tessuti, polvere fulminante alle macchine, uccidere le bestie da fatica, infrangere gli utensili, assassinare». Cfr. anche C. RUSCONI, Gli internazionalisti e la questione monetaria, Roma 1877, p. 3.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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