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      Il 6 dicembre il giornale, in seguito a mutamenti redazionali, riprende la vecchia fisionomia.
      (675) Settimanale fondato il 7 gennaio 1872. La testata reca il motto: «Nessun diritto senza dovere - nessun dovere senza diritto». Lo dirige Giuseppe Tucci; vi collaborano Gambuzzi, Palladino, Cafiero, Covelli, Malatesta.
      (676) Ecco un'altra prova della convinzione sincera che anima gli internazionalisti non rappresentare l'Internazionale che lo sviluppo logico del sistema mazziniano. È la Società dei lavoratori ferraresi - Sezione dell'Internazionale - che scrive all'«Alleanza», il 4 febbraio 1872: «Ecco, cittadino, le idee caotiche che deplorate, e che ci sembrano invece quelle stesse apprese dal comune maestro Mazzini, riformate naturalmente secondo le inesorabili leggi del progresso».
      (677) Qualche anno piú tardi, sulle colonne della «Cronaca», Celso Cerretti, tracciando una breve storia del Socialismo in Italia, cosí giudica il dissidio fra Mazzini e gl'internazionalisti del '71-72. «Mazzini pur troppo nol volle comprendere [il socialismo]. Disgrazia per noi giacché egli avrebbe influito a far trionfare i nostri principî tanto tempo prima che non saranno in fatto... Ma insomma che voleva Mazzini? Che per mezzo secolo continuassero a valere le medesime idee? Se egli in tanti anni di apostolato non si mosse mai dalla sua linea di condotta, si dovea pur sempre militare con lui? e il progresso? Chi è che possa negare che l'ideale di Mazzini - fatta astrazione d'una differenza di governo - non si sia interamente raggiunto?


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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