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      (707) «Il Martello», 17 febbraio 1872.
      (708) Partito a questo scopo da Londra e giunto a Ginevra, il Regis di là sollecitava l'Engels (il 16 febbraio) perché gli desse modo di esplicare subito il suo mandato, inviandogli il denaro necessario a proseguire il viaggio. «Urge assolutamente che io parta e mi rechi in Italia, ove le cose procedono con una rapidità vertiginosa. Malon e compagni hanno moltissime relazioni, e nulla trascurano per guadagnar terreno, il che è facile avendo la piazza libera. Se piú si tarda le sezioni italiane saranno totalmente avanzate, saranno cosí sviluppate negli intrighi dei dissidenti, che sarebbe cosa vana e pressoché impossibile il tentare di distrarle».
      Lo stesso Engels, del resto, non si faceva illusioni. Il 24 gennaio 1872 aveva scritto a Cuno: «La stampa bakunista afferma che venti sezioni italiane vi si sarebbero unite (alla proposta degli internazionalisti dissidenti di anticipare la convocazione del Congresso generale), io non le conosco. Ad ogni modo quasi dappertutto la direzione è nelle mani di amici e aderenti di Bakunin, che si agitano molto rumorosamente, ma se si indagasse con un po' di precisione, apparirebbe chiaro, che non molta gente sta dietro di loro, perché alla fin dei conti la grandissima maggioranza degli italiani è finora mazziniana e lo resterà fino a quando l'Internazionale si identificherà con l'astensione politica. E il 22 aprile, accennando alla propaganda da svolgersi in Italia: «Sarà necessario un lungo e paziente lavoro per strappar le masse dalle sciocchezze mazziniane» (Carteggio di Engels cit.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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