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      Questo meccanismo appare in piena funzione fin dalla guerra di successione d'Austria: la guerra, si sa, sconvolge profondamente la carta d'Italia, ma nella pace del 1748, mentre l'Austria, sotto gli auspici inglesi, vien reintegrata in quasi tutte le sue posizioni italiane e la Sardegna compie un nuovo passo innanzi verso il Ticino, la Francia continua pur sempre ad essere esclusa d'Italia.
      Negli anni successivi, gigantesco sforzo del sistema franco-spagnuolo per escludere dal Mediterraneo la grande, la sempre piú minacciosa competitrice: l'inaudito rovesciamento delle alleanze (Francia ed Austria e poi Spagna e Russia e Svezia contro Prussia e Inghilterra) fa sí che l'Inghilterra, paralizzata nel Mediterraneo, veda completamente annullata la sua influenza in Italia; ma ancora una volta la pace (di Parigi) ristabilisce nel Mediterraneo la situazione antecedente alla guerra, e ancora una volta chi paga le spese è la Francia. Solo la crisi d'America, in tutta l'immensa sua gravità, potrà far sí che, dopo tanto lottare per l'equilibrio mediterraneo, l'Inghilterra, troppo fidando nelle posizioni raggiunte, trascuri i suoi interessi nel nostro mare: ed ecco che subirà senza reagire, e forse senza intenderne tutta la portata, lo scacco dell'insediamento francese in Corsica, ed ecco che perderà Minorca e verrà furiosamente assalita a Gibilterra. La pace del 1783 non potrà che consacrare la sua retrocessione nel Mediterraneo, il primo suo passo indietro dopo una serie ininterrotta di affermazioni e di conquiste.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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