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      La conservazione della pace e dell'ordine, o - come allora si diceva - del «riposo d'Europa», questo è l'unico argomento che ormai potrà spingere il governo inglese alla guerra: che vuol dire che anche in questa occasione il Foreign Office giudicava il nuovo assetto territoriale del continente di sua piena soddisfazione. Nel Mediterraneo, in particolare, il suo prestigio politico aveva infatti raggiunto il vertice della parabola: il possesso di Malta e delle isole Jonie, il controllo cioè anche del bacino orientale di quel mare, non erano in realtà che le due piú vistose pedine venute a rinforzare il suo giuoco. Non meno cospicui erano i vantaggi indiretti che aveva saputo conseguire. E a chi mai, se non in primissimo luogo all'Inghilterra, doveva l'Austria il riacquisto integrale dei suoi possedimenti italiani, con l'aggiunta di Venezia? A chi il Piemonte la sospirata annessione di Genova? E quando mai per l'innanzi aveva il pontefice romano contratto tanto debito di gratitudine ed espressa cosí viva e sincera la sua riconoscenza alla protestante Inghilterra? Chi, se non l'Inghilterra, aveva salvato ai Borboni il trono di Napoli e garantito loro il possesso di quella Sicilia che essi, e non essi soltanto, avevano a piú riprese temuto che l'Inghilterra non avesse difeso se non per riservarne a se stessa il possesso?
      Generosa politica, certo; ma insieme, si ripete, pienamente corrispondente agl'interessi inglesi. L'Austria forte, intanto, era un vecchio precetto pel Foreign Office, cui adesso aumentavan valore le preoccupazioni vivissime che a Londra cominciava a destare la politica russa.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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