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      ..(45).
      Due mesi piú tardi, rievocando i vani sforzi compiuti dallo stesso La Tour per ricondurre la quiete in Piemonte col solo ausilio delle truppe realiste, il ministro Hill scriverà (11 giugno):
      il generale ritiene però che se egli fosse stato appoggiato da qualunque altra autorità, sarebbe riuscito allo scopo senza l'aiuto austriaco; egli ha dichiarato altresí che se io fossi stato a Torino e avessi potuto appoggiarlo energicamente nei suoi propositi, questo resultato sarebbe stato indubbiamente raggiunto. Ma egli era quasi solo a nutrire quel desiderio e quella certezza, e venne soverchiato dalle opinioni di altre persone di pari autorità ed influenza.
      Lord Castlereagh poteva, invero, recitare il mea culpa.
     
      William Hill era tornato in sede agli ultimi di aprile. Quali istruzioni gli erano state impartite? Le seguenti(46): a) favorire con ogni sforzo il ritorno al trono di re Vittorio; b) nel caso in cui ciò fosse risultato impossibile, sollecitare l'arrivo a Torino di re Carlo Felice, e indurlo a seguire i consigli del suo mite e assennato fratello; c) suggerire al governo sardo la opportunità di usare la massima indulgenza compatibile con la propria sicurezza verso i responsabili dei passati disordini. Relativamente alla questione dinastica cui già allora pareva dovesse dar luogo il dubbio contegno tenuto dal principe di Carignano di fronte alla crisi rivoluzionaria, era logico che lo Hill giungesse a Torino sfornito d'istruzioni precise. Troppo poco se ne sapeva ancora, troppo contraddittorie erano le informazioni fornite dalle due legazioni di Torino e di Vienna.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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