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      Pur continuando ad attingere principalmente al Revel per le sue informazioni, lo Hill - si vede - comincia a formarsi un giudizio indipendente e fondamentalmente ottimistico. Di lí a poco, trasferendosi a Genova, egli ebbe modo di considerare anche piú oggettivamente le cose. Al Rodolico è malauguratamente sfuggito il dispaccio Hill del 15 luglio, datato appunto da Genova, che avrebbe potuto fornirgli non inutili ragguagli. Leggiamo quel tanto che ci può interessare:
      Il conte Des Geneys (governatore della città, cui Carlo Alberto reggente aveva aperto con tutta fiducia l'animo suo: un personaggio non certo sospetto di cosciente acrimonia contro di lui(56)) mi ha confermato l'intenzione del re circa il principe di Carignano...: a S. A. S. non si permetterà di ritornare a Torino. Sua Maestà ha confessato al conte Des Geneys che, fra tutti i casi della rivoluzione, nessuno lo ha imbarazzato o toccato al vivo quanto la situazione attuale e la precedente condotta del principe. Avendo chiesto al conte con quale pretesto il re potrebbe continuare (a esercitare) la sua severità nei confronti del principe, posto che il re abdicato lo aveva non solamente perdonato, ma nominato reggente, egli mi ha risposto che S. M. Vittorio Emanuele, quando aveva perdonato il principe, non era a conoscenza delle prove esistenti circa il suo tradimento antecedente. Nel lasciare questa città (Genova) per Lucca, re Vittorio Emanuele deviò dalla sua strada, perdendosi perciò per qualche ora fra i monti, per timore d'incontrare il principe che, a quanto si diceva, aveva deciso di muover da Firenze a questo scopo(57).


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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