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      »(116). E qualche mese dopo:
      Se tu sapessi le seccature che mi hanno tanto impedito in questi ultimi giorni, avresti già nell'anima quell'impeto generoso con cui spesso avrei voluto liberarmi da quei vincoli... E il Tonti che fa? Sveglialo con un bacio in mio nome... Nel cuore rimane il sentimento di quella armonia di divina bellezza del mondo morale al cui concento godo ora di poterti abbracciare col desiderio(117).
      L'amore pel Montanelli era grande; ma piú grande ancora l'amore di sé. Una volta fu chiamato d'urgenza a Fucecchio per qualche guaio successo in famiglia. «Ho voluto darti questa nuova testimonianza di amore comunicando teco questi miei dolori, prima di entrare in carrozza», scrisse subito al Montanelli, aggiungendogli con tutta semplicità che quel contrattempo gli aveva impedito, come desiderava, di cominciare finalmente «l'edificio della sua vera gloria», cui si sentiva ormai maturo «riposando su fondamenta di ferro»(118).
      E quattro giorni dopo: «Tu, mio dolce amico, non sei stato meco in questi amarissimi giorni! Oh se tu avessi saputo le mie pene, saresti volato da me per reggere sul tuo seno questo mio capo non oppresso, ma grave de' piú tremendi pensieri!»(119).
      Per fortuna il dialogo epistolare non toccava sempre e unicamente questi vertici di lirismo; spesso era questione di libri e d'idee, ché il Montanelli, appena laureato, si cibava di Filangieri, di Vico(120), di Romagnosi e di Rousseau e amava scambiare col Centofanti le impressioni di codeste sode letture(121). Talvolta, respiriamo, era anche questione di piú lievi interessi: pettegolezzi universitari(122), interessi legali dal Centofanti affidati al suo giovane amico(123), o interessi del cuore; ché, a forza di praticare quel dotto suo amico, il Beppe, o piuttosto Geppino, come egli lo chiamava, aveva finito, sembra, con l'innamorarsi, ricambiato, di una sorella di lui, Antonietta(124): la quale, forse, si accompagnava talvolta a loro, nelle quotidiane passeggiate a Fucecchio(125).


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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