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      Di che si tratta? Il nome della Giovane Italia sorge spontaneo alla mente: ma allora quell'insistere piuttosto sui doveri verso l'umanità che su quelli verso la patria? Quella preminenza accordata ai valori religiosi? No, siamo su altro e ben diverso terreno. Siamo precisamente in presenza di un tentativo, uno fra i pochissimi mai compiuti in Italia, di trapiantare a Pisa una «chiesa» cioè, una sezione del movimento sansimonista. Qualche notizia in proposito del resto, ce l'aveva già data il Montanelli medesimo, pur naturalmente restío, negli anni successivi, a ricordare un cosí «superato» episodio della sua vita giovanile. Leggiamo le sue Memorie, nel capitolo dedicato al Liberalismo cattolico: descritto magistralmente il suo passaggio dall'ingenuo cattolicismo dell'infanzia al disinvolto materialismo e sensismo degli anni universitari, il Montanelli prosegue osservando che per alcun tempo l'eccitazione politica verificatasi nel 1830 fece sí che egli non sentisse il «vuoto desolante» dovuto alla morte della fede religiosa.
      Cosí non mi avvidi della sterilità di una dottrina che abbassava il pensiero alla sensazione, e i sentimenti morali al tornaconto, altro che quando, andate a rovescio le rivoluzioni italiane del '31, e mancate le promesse di Francia, e immolata l'eroica Polonia, all'ebbrezza divina dei primi entusiasmi concepiti nell'amore della libertà, e nella certezza del suo trionfo, sottentravano le amarezze del disinganno, e le cupe riflessioni suggerite dallo spettacolo delle umane sventure.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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