Pagina (101/380)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Lo zio rettore (di Santa Caterina) lo invigilava seriamente. Una sera lo chiama nel suo appartamento del collegio, ciò che indicava male e rimescolava tutto il giovane Montanelli...; chiudendo la stanza gli disse con molto mistero che la polizia conosceva esistere una società di giovani sansimoniani e lo avvertiva che se gliene fosse parlato badasse bene di non andarci. Siccome questa società si riuniva in casa sua avvisò gli amici che erano sorvegliati e sapendosi scoperti non poterono piú riunirsi.
      Gli archivi del Buon Governo, compulsati in proposito, non rivelano, a dir vero, alcuna traccia di questa pur importante vicenda(141). Di sansimonismo, ch'io sappia, vi si parla una volta sola, e diversi mesi piú tardi, e con riferimento a Firenze, ed è comico osservare come sotto quel nome la polizia toscana registrasse non già, come ci si aspetterebbe, una conventicola politico-religiosa-sociale, ma una specie di società malfamata tra giovani sfruttatori per... la tratta delle bianche! Eterno, poco invidiabile destino dei partiti o delle sette malvisti dai governi che il loro nome venga usato a designare ogni sorta di birbonate che con la politica o la religione non hanno proprio nulla a che fare...
      Comunque, non c'è alcun dubbio, nei primi mesi del 1832 il Montanelli fu sansimonista, come ebbero ad attestare piú tardi anche taluni suoi confidenti ed amici, tra gli altri il Minghetti e il Levi.
      La sua mente - scrisse quest'ultimo - fu colpita dalla grandezza come dalla novità del sistema.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





Santa Caterina Montanelli Buon Governo Firenze Montanelli Minghetti Levi