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      Il Montanelli, che con i suoi Cacciatori si č trasferito intanto da Acqui ad Alessandria(221) - preludio forse dell'invocata entrata in campagna pei volontari toscani? - ha la suprema soddisfazione di constatare come il programma unitario stia apparentemente conquistando anche l'imperatore, galvanizzato dal successo.
      I municipali di Milano - cosí si legge, infatti, in certi suoi appunti inediti(222) - andavano incontro a Vittorio Emanuele rinnovando davanti all'imperatore dei Francesi il patto col quale la Lombardia erasi unita al Piemonte nel 1848. Questo era un ostacolo di piú al disegno d'una federazione di principati costituzionali... Il tacito consenso dell'imperatore a cotesto assetto, e piú il famoso suo bando di Milano, col quale chiamava gl'Italiani tutti a combattere sotto lo stendardo di Vittorio Emanuele, mi fecero pensare che ormai l'idea dell'opuscolo federativo [il celebre opuscolo del La Gueronničre, pubblicato a Parigi nel febbraio e notoriamente ispirato dall'imperatore] fosse per lui abbandonata, e che voleva soldati, e nulla gl'importava se l'Italia a lui li inviasse accoppiando all'impresa dell'indipendenza l'impresa dell'unitŕ. Allora mi feci un dovere di predicare come opportune quelle dimostrazioni unitarie che avanti il proclama di Milano io avrei biasimate.
      In altri termini: fu il proclama di Milano quello che lo indusse a uscire dalla riserva nella quale si era fino ad allora tenuto per passare alla propaganda diretta delle idee unitarie in Toscana.
      Si vorrŕ censurarlo per aver egli dichiaratamente regolato la sua azione politica sui cenni imperiali?


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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