Pagina (149/380)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Di tutto ciò ben poche tracce si trovano nel carteggio Ricasoli (almeno in quella parte che fin qui ci è stata resa nota), abbondantissime invece in quello del Cambray-Digny, allora in missione a Torino, che qualche intimo teneva, come si sa, giornalmente al corrente di tutto quello che né le gazzette né i dispacci d'ufficio potevano lasciar trapelare. «È positivo che ieri doveva esservi (a Firenze) gran dimostrazione in piazza», gli si scriveva ad esempio il 15 di giugno; aggiungendosi che solo a gran fatica si era potuto, all'ultim'ora, impedirla. Tra i promotori della dimostrazione, principalissimo l'Aquarone «che è stato a Livorno, a Lucca, a Pisa, a Siena ecc... È venuto anche lui per intrigare nel solito senso». (Solito? La contessa Digny doveva ben presto accorgersi che era quello un aggettivo singolarmente fuori di posto). «Chi ha portato a galla questa gente conviene si affretti a rimetterla all'ordine, altrimenti ne andremo tutti di sotto»(245). Nuovi ragguagli il giorno appresso, con precisa denunzia delle «insinuazioni del Montanelli e del Guerrazzi, che si dice siano stati, e siano ascoltati a Torino piú di quello che credi. In sostanza, questi agenti spargono che il governo non deve prender parte alla cosa (cioè alla diffusione e alla votazione degl'indirizzi unitari); ma che se il paese vuol la cosa e la fa, cosa fatta capo ha»(246). E il 17: «... pare certo che il partito estremo abbia avuto gran parte in questa faccenda, sia scrivendo di qua agli esaltati ed agli esuli Montanelli, Guerrazzi e compagni costà, sia ascoltando i consigli che dai medesimi riceveva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





Ricasoli Cambray-Digny Torino Firenze Aquarone Livorno Lucca Pisa Siena Solito Digny Montanelli Guerrazzi Torino Montanelli Guerrazzi