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      Io... per mostrare che tu, tutt'altro che preoccuparti delle questioni interne, tiravi innanzi diritto diritto nella tua via, portai la tua lettera al Ricasoli, che fu contentissimo d'aver in mano quella prova parlante del tuo indirizzo politico». (Il Ricasoli abbandonò dunque, da allora in poi, le sue prevenzioni contro il Montanelli? Neanche per immaginazione! E ne vedremo piú avanti le prove). Il Menichetti, comunque, non esitava a deplorare, per parte sua, che fosse stata cosí intempestivamente sollevata la questione della fusione della Toscana al Piemonte: «Ma io rammento - aggiungeva - quello che mi dicesti a Goito nel '48 quando venne fuori la questione albertista: È una piaga che non andrebbe scoperta, (ma ormai) va medicata»(267), e cosí dico qui. Ormai che è messa fuori non va avversata»(268). Il quale ultimo accenno conferma appieno, seppur ve ne fosse ancora bisogno, come alla radice di quelle accuse al Montanelli fosse appunto l'opinione da lui francamente professata dover la Toscana mantenere la sua autonomia fino alla costituzione di un regno unito, che andava intanto preparato nello spirito degl'Italiani e soprattutto dei Toscani(269). L'«antinazionale» era dunque colui che, mentre tanti suoi concittadini eminenti si dichiaravano rassegnati a priori a qualunque soluzione della questione dinastica toscana, eccezion fatta soltanto per una restaurazione lorenese, informava la sua azione politica, come sempre aveva fatto, del resto, alla piú grande unità nazionale; colui che dal campo stava offrendo un esempio non comune di umile dedizione alla causa italiana!


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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