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      Sbagliarono anch'essi, si dirà; e in ogni caso il loro errore non può certo addursi a discolpa del Montanelli. Verissimo: a condizione però che il giudizio di condanna o di assoluzione sia uguale per tutti...
      È nostra opinione, comunque, che alla fine di luglio del '59 il Montanelli, pur non scartando a priori l'ipotesi napoleonica, non si esprimesse in concreto che in senso antilorenese, antiannessionistico(332), e in favore della costituzione di un forte organismo politico nell'Italia centrale. Il suo programma immediato era pur sempre quello di far designare il Garibaldi a comandante degli eserciti collegati. E che? Poteva mai il Montanelli immaginarsi che il generale si sarebbe messo al servizio del principe Napoleone? Le altre testimonianze delle quali disponiamo non contraddicono al nostro assunto. Non quella del Capponi («ora il Montanelli promette, o minaccia, o annunzia PlonPlon; ma senza però raccomandarlo»)(333), non quella del Cambray-Digny («non manca chi faccia partito per altre dinastie. La napoleonica è messa avanti da diversi, tra i quali primeggia il Montanelli. Io, per dire il vero, non l'ho udito proporla decisamente, ma mi parve che andasse per quella via»)(334), e neanche quella del Peruzzi, che da Parigi riportava, sul conto del Montanelli, pretese rivelazioni del ministro francese a Firenze(335). Solo il Massari e il La Farina, entrambi, allora, fieri avversari del Montanelli, ce lo dipingeranno sordamente intrigante, non appena rientrato in Firenze, in favore del principe Napoleone: senonché non si dovranno prendere con ampio beneficio d'inventario le costoro asserzioni?


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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