Pagina (177/380)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il La Farina intanto, non si fece eco di queste accuse che alla fine di settembre, retrospettivamente cioè, e proprio allorquando la canéa antimontanelliana ebbe raggiunto il suo apice(336); quanto al Massari, questi, pur attribuendo a re Vittorio in persona il severo giudizio sul Montanelli supposto campione di «plonplonismo», non dubitò di metterlo in fascio col Cipriani e col Farini(337): or chi non sa quanto sospetti, a dir poco, siano i giudizi torinesi del tempo sull'attività, nonché di costoro, di chiunque non si mostrasse rigidamente ossequente ai cenni del governo piemontese?
      Quale si fosse, sulla fine di luglio del '59, l'effettivo programma del Montanelli noi sappiamo di già; ma in base a qualche altro documento ci è dato entrare al proposito in qualche maggiore precisazione. Ecco ad esempio lo schema di un discorso da lui pronunziato nella sua Fucecchio, il 28 del mese:
      So che qualcuno volle farmi delitto d'amare la Francia. Lo compatisco. Non li vide partire (i soldati francesi) come li ho veduti io. Non passò con loro come ho passato io le Alpi. Tutto il mio credo si riepiloga in tre principali principî, e in tre uomini. Principî: 1) Indipendenza; 2) Unità nazionale; 3) Alleanza con la Francia. Il resto sono espedienti. Gli uomini: 1) Napoleone III: mosse la questione italiana. Senza di lui non saremmo qui. Difficoltà immense: le vincerà. 2) Vittorio Emanuele: fermo allo Statuto; strinse la alleanza con la Francia. 3) Garibaldi, personificazione della democrazia, il capitano del popolo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





La Farina Massari Vittorio Montanelli Cipriani Farini Montanelli Fucecchio Francia Alpi Indipendenza Unità Alleanza Francia Napoleone III Vittorio Emanuele Statuto Francia Garibaldi