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      Mano di Garibaldi a Vittorio, mano di Vittorio a Napoleone; o con l'annessione o senza, tutto anderà. Guai se il nodo si scioglie(338).
      Dove, a parte l'insistenza probabilmente eccessiva sui beneficî dell'alleanza francese, ben si vede come il Montanelli, nonché abbandonare il caposaldo dell'unità, vi si afferrasse tutto, anzi, su di essa imperniando la sua propaganda. Ma - si dirà - come prevedeva il Montanelli che questa unificazione sotto gli auspicî francesi potesse realizzarsi? Ci viene qui in soccorso, ancora una volta, la testimonianza del Redi(339): secondo il quale l'idea montanelliana sarebbe stata, fino d'allora, quella di ottenere dall'imperatore e, mercé i suoi buoni uffici, dal Congresso delle potenze, che, in cambio della volontaria rinunzia da parte dell'Italia centrale ad annettersi al Piemonte, venisse concessa al Veneto l'autonomia amministrativa e politica, oltre alla facoltà di ordinare un suo esercito. L'uscita delle truppe austriache dai confini d'Italia avrebbe d'altronde permesso di sollecitare il ritiro anche del corpo di occupazione francese a Roma, cioè il definitivo conseguimento dell'indipendenza e della nazionalità italiane.
      Riconosciute esse nel diritto pubblico europeo (ragionava il Montanelli), l'unificazione d'Italia, non avversata dalla Francia, diviene una questione d'ordine interno, e la Toscana non tarderà ad attrarre a sé a una a una tutte le membra della patria italiana. Se torniamo con la mente a quel tempo - cosí il Redi - ... il concetto non apparirà tanto da nemici del proprio paese come si fece passare(340).


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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