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      Ma chi pensò, ad esempio, dopo il 5 maggio del 1860, a ricordare che in quelle pagine si conteneva tra l'altro un presagio chiarissimo della spedizione garibaldina nell'Italia del sud?
      Tutto ciò non contava. Il peccato del Montanelli, già colpevole di rappresentare i brucianti ricordi del '49, era senza remissione per gli unitari dell'ultima ora. Ond'è che questo geniale pubblicista, questo cittadino sempre e soprattutto sollecito del bene del proprio paese, questo antico antesignano dell'unità italiana, poté venir condannato, nella propria terra, alla morte morale; cioè ad assistere, inoperoso, alla grande fatica, sempre sognata, del costruire in concreto la nazione italiana, appena sbozzata nei campi di battaglia. Al quale tormento, sí, lo sottrasse la morte fisica, ben presto sopraggiunta.
      3.
      Un giorno a Fucecchio
     
      Sono andato a Fucecchio a cercar Montanelli. Da mesi e mesi, propostomi di ricostruire la vita di lui, turbinosissima, mi son messo a raccogliere e ad annotare le carte e memorie sue; e a un certo punto ho sentito che non avrei potuto penetrare a pieno il mio personaggio senza respirare la sua aria nativa, contemplar la sua terra, discorrere con i suoi compaesani.
      Quante volte, nei quinternacci d'appunti del vecchio patriota toscano, quante volte scorrendo le sue lettere d'esilio, o rileggendo i suoi versi, non m'è tornato sotto gli occhi, accompagnato da un aggettivo nostalgico, questo toscanissimo nome: Fucecchio!
      Allor che di lontano al guardo apparveil nativo castello, e sulle antiche


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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