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      Non aveva che vent'anni, a quel tempo: e già conosceva i trionfi della scuola di Pisa e gli erano amici il Giusti e il Capponi, e sull'«Antologia» s'erano potuti leggere certi suoi scrittarelli eruditi. Ma al suo paese si rifugiava, e poi sempre amò rifugiarsi, nella piú candida semplicità. Lecito era con i sapienti delle città disputare, dubitare magari, delle cose divine ed umane; a Fucecchio non si poteva se non adorare, cantando e quasi rimpiangendo la troppo sublime bellezza del creato. 1833: l'anno in cui gli era morta la madre; ed era stato per lui un dolore cosmico, di quelli che abbuiano per sempre la vita: davanti al quale, irreparabilmente sgomento, non aveva potuto reagire, si vede, che con quell'umile gesto. L'Immacolata si confondeva per lui con la madre.
      E tu perché sí presto, o Madre mia,
      abbandonasti sulla terra un figlioche dolorosamente ti desia?...
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      O rimembranze del sereno aspetto,
      e delle voci dall'amor dettate,
      e degli amplessi del materno affetto;
      voi nell'anima mia vi riposate,
      come nel sen di giovinetto ardenteverginali sembianze innamorate.
      Percorro il vicolo fino al suo sbocco in piano, poi mi faccio indicare il convento dei frati, che dà sulla campagna aperta. M'apre un converso imberbe, quasi un ragazzo, dall'aria attonita. Giro giro, nel chiostro, una fila di tombe qualunque: nel mezzo, pochi arbusti si godono un gran quadrato di cielo. Ed ecco qua la tomba di Montanelli, segnata da una brutta lapide grigia.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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