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      Aspromonte e Mentana.
      Non dunque la guerra del '66 al passivo. Aspromonte?(394). E Mentana? Se la prima fu l'esame di stato della nuova Italia, Aspromonte fu quello di maturità - quello di maturità soprattutto per gli uomini di governo (e analogamente Mentana). Fin da principio, per fortuna, tali uomini ebbero, né mai piú smarrirono, quella sensazione cui già si è accennato, che l'Europa avrebbe rispettato l'Italia solo se questa fosse riuscita a far dimenticare i suoi torbidi natali e si fosse imposta una politica normale, prosaica(395), stroncando inesorabilmente qualunque tentativo di garibaldinismo in azione.
      Si accusa generalmente di doppiezza e peggio chi non seppe prevenire Aspromonte o Mentana; si osserva che se il governo non intendeva appoggiare questi tentativi, avrebbe dovuto soffocarli al loro primo disegnarsi. E non s'intende che, se in qualche dettaglio la politica italiana del 1862 e del 1867 non è da approvarsi, come quella che - per dirla con espressione volgare ma efficace - troppo mostrò la corda, nell'insieme, nell'ordito, fu savia e opportunissima. Bisognava infatti far capire all'Europa che c'era in Italia un governo abbastanza forte per contenere tutti gli estremismi, ma insieme dare la sensazione della popolarità grande goduta dagli estremismi (e quasi d'un loro continuo e minaccioso e male evitabile sovrapporsi al governo); e quindi della necessità e della urgenza che si lasciassero risolvere con mezzi legali i problemi apparentemente impostati e infiammati dalla piazza(396).


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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