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      Sí, noi vogliamo andare a Roma - disse Ricasoli in Parlamento, il 10 luglio 1861 - ... Ma come dobbiamo andarci?... Non con moti insurrezionali, intempestivi, temerari, folli, che possano mettere a rischio gli acquisti fatti e compromettere l'opera nazionale...
     
      Politica per tutti.
      Quando Ricasoli (giugno 1861) fu costretto ad assumere la tremenda eredità di Cavour, la popolazione italiana poteva, per riguardo al suo atteggiamento di fronte al regime, dividersi presso a poco in quattro categorie: una, non cospicua ma numerosissima, costituita da quanti eran vogliosi di seguitare sulla via rischiosa e fruttuosa del '59-60(407); l'altra, la media, da gente cui pareva miracolo, e fors'anche mal sostenibile, quel che era diventata l'Italia e non volevano che pace e lavoro(408); la terza, meno esigua in verità della prima, se pur non cosí rumorosa, e anzi coll'andar del tempo sempre piú tacita e isolata, che raccoglieva tutti gli scontenti non di questo o quel provvedimento, ma del regime, i lodatori del tempo che fu. La quarta, finalmente, la massima, degli indifferenti ed estranei, ahimè vastissima, come quella che raccoglieva il grosso della popolazione, ignorante, sfiduciato, e misero(409).
      In quindici anni, con questa gente(410), i governi della Destra fecero quel che sappiamo, conquistarono cioè all'Italia una situazione interna e internazionale incomparabilmente piú forte che all'indomani della costituzione del regno. E non è da dirsi che la prima categoria di cittadini, di quelli solleciti d'un rapido progresso politico del paese, si fosse allargata - se mai, tutt'altro.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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