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      Politica tragica, in un certo senso; cosí assoluta era l'inadeguatezza dei mezzi ai compiti prefissi, cosí accanita la resistenza opposta da taluni ceti sociali (brigantaggio, dal 1860 al 1865 circa; renitenza alla leva, con migliaia e migliaia di disertori negli stessi anni; rivolta contro la tassa sul macinato, 1868-69), cosí supina e gelida l'indifferenza della massa ogniqualvolta si trattasse di realizzare cosa che richiedesse non tanto l'unanime consenso, ma almeno un po' di buona volontà da parte di tutti; cosí implacabile, assai spesso, l'opposizione delle minoranze di Sinistra(413). Questa politica e i suoi risultati e i suoi modi e limiti non si possono rammemorare oggi senza provare, per non dire altro, un senso di profonda stupefazione. Perché, chi guardi l'opera della Destra dall'alto, nel suo insieme, non può non cogliere quel suo granitico aspetto di cosa rettilinea, coerente, organica, quel suo carattere di amministrazione severa nella quale non è consentito lo spreco e i fini sono raggiunti con i minimi mezzi, che la resero cosí adeguata al tempo e alle necessità sostanziali del paese e degli uomini. Quasi ci sembra, quell'opera, oggi frutto di un pensamento originale, indipendente, individuale e di una azione personale libera e ininterrotta. Quasi si direbbe che il realizzatore di tale politica, assorto nella sua non lieve fatica, non abbia avuto a soffrire intralci di sorta, che al suo genio operante il paese si sia assoggettato o lasciato assoggettare come il corpo addormentato sul tavolo d'operazione, ai ferri del chirurgo.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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