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      Sequestri? Ben di rado: e tanto meno soppressioni. E allora? Ottusità del governo? Può darsi. Fatto sta che la stampa clericale anti-italiana tanto sbraitò che finalmente, un bel giorno, pensò di mutar registro, e cessando di fare il processo all'Italia, si mise a far quello ai problemi italiani: ossia iniziò il suo collaborazionismo, che è poi quello piú utile e qualche volta anche piú gradito ai governi, il collaborazionismo della opposizione.
      Ma un governo che si lascia anche vilipendere non è un governo spregevole? Gli uomini della Destra evidentemente non pensavano cosí. Forse pensavano che non serve a nulla ed anzi riesce quasi sempre dannoso il porre e mantenere il governo della cosa pubblica troppo au dessus de la mêlée, il farne un alcunché di sacro, di intangibile, di infallibile e perciò lontano dalla vita del paese. Volevano serbar sempre immediata la sensibilità delle passioni, degli umori, dei bisogni dei governati, per soddisfarli se del caso, per correggerli se necessario, per non straniarsene mai. Meglio il vilipendio, se prova nell'offensore un caldo interesse per la cosa pubblica, che il reverenziale silenzio, prova d'indifferenza o sicuro mezzo per determinarla al piú presto. Se poi ci solleviamo dal dettaglio e guardiamo all'insieme, troviamo che non ci fu mai governo cosí universalmente rispettato, pur tra le appassionate ingiurie momentanee, come quello della Destra.
     
      Collaudi.
      Difficoltà e contrasti non gli furon dunque risparmiati, come s'è visto e meglio si vedrà nel seguito.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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