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      Di qui il rivolgersi evidente che facevano i candidati, i quali pur nella lettera si dirigevano ai soli loro elettori, al paese tutto; e i discorsi programmatici che tenevano spesso non solo nelle limitate adunanze degli elettori, ma in riunioni pubbliche, e i manifesti politici che spargevano largamente, quasi volessero compiere la prima educazione politica di quelle masse che un giorno sarebbero state chiamate a partecipare alla vita pubblica, e intendessero iniziarle alla conoscenza dei grandi interessi collettivi(438). Sotto la Destra, scrive Oriani, il «popolo cominciò a comprendere che il governo non era piú un nemico come pel passato». E se, ad esempio, fin dal 1860, i ministri dell'Interno vietavano assolutamente che nelle adunanze delle associazioni operaie di mutuo soccorso si ragionasse di politica, pure nella stessa, poi sempre ripetuta proibizione, poteva ravvisarsi il riconoscimento da parte loro della opportunità che gli operai se ne occupassero, poiché la motivavano coll'espresso timore che le associazioni non avessero a guastarsi convertendosi in conventicole politiche; ma si affrettavano a soggiungere che nessuno perciò si sognava di contestare agli operai il diritto di radunarsi fuor di quelle per discutere questioni politiche.
      La Destra insomma con quel che fece o volutamente lasciò fare in questo campo, s'adoperò in modo che alla riforma legale che essa riteneva ancora intempestiva, precedesse una riforma spontanea nella concreta realtà dei fatti; e che in un'atmosfera di purezza e di fedeltà a una carta che sintetizzava l'aspirazione costante di generazioni e generazioni di italiani a un sistema di libertà e di civiltà, le grandi masse sorgessero alla vita politica e si preparassero a dividerne i pesi e i vantaggi.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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