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      Il sistema della Destra.
      Ma qualcuno potrebbe domandare: quale fu dunque questo mitico governo di Destra, tutto e soltanto saggio e avveduto, senza macchia, infallibile, sempre pari a se stesso? E quali questi uomini di Destra tutti disinteressati, modesti, e accorti? O non accaddero anche allora ingiustizie, scandali, brogli? o non si compierono anche allora pesanti errori in ogni ramo della pubblica amministrazione?
      Errori, sí, scandali, ingiustizie, sí; uomini insomma di carne ed ossa, sí. Dio ci guardi dall'idealizzare. Ma qui si discorre, piú che degli uomini, del sistema; e piú dell'insieme che del dettaglio. E si vuol dire, e dirà, che era quello un sistema siffatto che, se non poteva evitare gli errori e le colpe, almeno riusciva, col tempo, a convertire gli uni e le altre in qualcosa di bene. Perché era fatale, nell'aperto contrasto di tendenze e nella libertà che da tutti allora si godeva, che niente - e di male e di bene - restasse celato e potesse operare inavvertito; ma tutto si risapesse e su tutto si esigesse, e fosse forza concedere, l'indagine piena. L'errore diventava colpa, e si scontava; l'ingiustizia, nota a tutti, nuoceva in ultima analisi non a chi l'avesse subita, ma provocata; lo scandalo, perché denunziato da chi aveva interesse e diritto di denunziarlo, si rendeva insostenibile. L'imperizia non poteva reggersi ai posti di comando di fronte a una libera anzi incoraggiata concorrenza. E via di seguito. Questo sistema che non poteva, certo, mutare la natura degli uomini, ma che li rendeva forzatamente migliori nell'agire, sottoponendoli a un controllo e a una concorrenza ininterrotti e ininterrompibili, era il sistema liberale seguito dal governo nella irrequieta Sicilia, se nel febbraio 1867, sciolta la Camera, 72 deputati accusano il ministero(441), in un violentissimo manifesto diffuso nel paese, di violare le pubbliche libertà; se nell'agosto 1870 si ventilarono le dimissioni in massa dei deputati della Sinistra per protestare contro il governo che non si decideva alla spedizione su Roma.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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