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      La preoccupazione per il problema sociale nella borghesia italiana innanzi il 1860 esiste senza dubbio, ma è preoccupazione saltuaria, nata in seguito a improvvise ed effimere agitazioni di operai o di contadini, o imposta dagli scritti di qualche pensatore isolato, che si tiene informato dell'assiduo travaglio sociale dei paesi stranieri: preoccupazione spesso rinnovata e presto dimenticata.
      Tra il 1860 e il 1870, invece, l'interesse e la preoccupazione per la questione sociale crescono progressivamente per intensità e per ampiezza, si fanno costanti; cresce e si diffonde, in corrispondenza, in larghi strati della popolazione quel doloroso malcontento, che trova la sua causa nel dileguarsi di tutte le speranze di miglioramento, che aveva concepite per l'immediato avvenire, innanzi il 1860, aggiunto alla non variata miseria. Di fronte a certe manifestazioni piú violente del disagio popolare la preoccupazione borghese si converte in incubo pauroso.
      Nelle città, progredisce la organizzazione operaia. Iniziato dai moderati, ripreso e tenacemente incoraggiato dai mazziniani, il mutuo soccorso associa operai, artigiani, qualche volta contadini, nel nord e nel centro d'Italia; piú lentamente si diffonde nel mezzogiorno. Dal mutuo soccorso per malattia, vecchiaia, infortuni si sviluppa, nascostamente perché non tollerato, quello per la disoccupazione involontaria e volontaria, crescono rapidamente per numero e per importanza gli scioperi; si tentano le prime cooperative di consumo e di produzione, assai numerose le prime, raramente fortunate entrambe.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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