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      Molti giovani, ai quali la Comune di Parigi dà per la prima volta la sensazione della possibilità di abbracciare un sistema d'idee piú avanzato di quello mazziniano, e non davvero nebuloso o incerto poiché già ha dato luogo a un grandioso tentativo di realizzazione pratica, reagiscono abbandonando Mazzini.
     
      Crisi tra i mazziniani.
      Una volta distaccatisi dal mazzinianismo, in che senso poteva dirigersi, quella minoranza ardente? Quali ideali servire? La via era chiaramente indicata: all'Associazione Internazionale dei Lavoratori venivano concordemente attribuite le glorie o le colpe della Comune. Tra noi, l'Internazionale si era frattanto diffusa qua e là (specie nel mezzogiorno), attraverso una propaganda abbastanza attiva esercitata da agenti di Bakunin, non ancora entrato in aperto conflitto con Marx. Inoltre Mazzini, non appena lanciata la scomunica contro l'insurrezione parigina, aveva sentito il dovere di spiegare con una causa generale i perturbamenti sociali del suo tempo, e l'aveva rintracciata (e del resto l'andava additando da un pezzo) nel materialismo, che minacciava, secondo lui, le fondamenta della civiltà intera.
      Creatura e incarnazione del materialismo era l'Internazionale dei Lavoratori. Il materialismo, la Comune, l'Internazionale, erano dunque fulminati dall'istessa condanna; a quest'ultima, quindi, si rivolgono tutti i mazziniani eterodossi anche nei riguardi del problema religioso.
      Mazzini conserva durante tutta la crisi, che si determina nello scorcio del '71 e perdura nella sua fase piú acuta fino al marzo '72, ossia fino alla morte di lui, un'ammirevole intransigenza.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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