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      La sua ostinazione, la sua sicurezza, la sua mancanza di elasticità - ben comprensibile del resto, posta la sua avanzata età - lo compromisero irrimediabilmente agli occhi dei giovani, non appena questi giunsero, faticosamente, a liberarsi del tradizionale fascino che egli esercitava su di loro, lo misero in urto, in seno al suo partito, con quelle forze a cui teneva di piú e nelle quali per l'avvenire fidava di piú. Scatenò la sua battaglia, nel 1871, sicuro di vincere; e invece morí quando volgeva a male. Questa fu la sua tragedia.
      In un prossimo articolo cercherò di lumeggiare altri aspetti di questa crisi, proseguendo la succinta storia delle relazioni fra repubblicani e socialisti, dalla morte di Mazzini fino ai giorni nostri.
     
      II.
      Dopo il 10 marzo 1872 il dissidio fra internazionalisti e repubblicani, vivacissimo di già, inferocí: polemiche violente sui giornali, risse per le strade.
      Ma non tardò molto a cambiar vento: appunto perché cosí aspro e acuto, il dissidio non poteva prolungarsi troppo. Una volta affermatisi nonostante i repubblicani, gli internazionalisti si buttarono alla positiva propaganda insurrezionale, agendo in piccoli gruppi di artigiani, operai e piccoli borghesi, risoluti, piú per disperazione che per convinzione, a passare ai fatti: era dunque naturale che la lotta con i repubblicani passasse in seconda linea. (Dell'atteggiamento dei socialisti evoluzionisti non è il caso di parlare: troppo esigua era ancora la loro forza perché potesse pesare sulle sorti della battaglia politica e sociale, e ben lo seppero Marx ed Engels). Un altro incentivo alla pacificazione degli animi venne da una nuova ondata di quel confusionismo, che Mazzini aveva tanto virilmente combattuto e che costituiva invece la riconosciuta specialità dei garibaldini, i quali si vantavano socialisti e repubblicani, ma - Garibaldi in testa - da un lato castravano placidamente il socialismo dei suoi «eccessi» (ossia di quanto lo distingue da un radicalismo di maniera), dall'altro dimostravano d'avere in uggia grandissima Mazzini e la sua scuola.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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