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      E non s'intende il perché.
      (72) Si noti che il Balbo, nelle sue Memorie (Passamonti, ed. cit,, p. 323) non menziona la presenza di Carlo Alberto quando ci riferisce le dichiarazioni dei vari comandanti. Il Saluzzo, riferita la risposta del Ceravegna, si limita a scrivere: «le chef de l'artillerie prit la parole et dit qu'il en était de même de ses cannoniers» (Zucchi, op. cit., p. 475).
      (73) Cfr. il Saluzzo nel suo Memoriale: «On a reproché au ministère de n'avoir pas fait arrêter le col. Ceravegna au sortir du cabinet du roi et peut-on croire que la pensée n'en soit venue à personne! Mais une considération de la plus grave importance, que c'est devoir de taire même pour la justifier, arrêta cette pensée au moment même où elle fut conçue» (Zucchi, loc. cit.).
      (74) Analoga era l'opinione del generale La Tour, dallo Hill riportata nel già citato dispaccio 18 agosto 1821: «Parlando della voce secondo la quale il principe avrebbe determinato di chiedere una corte marziale, il generale La Tour mi ha detto che nessun ufficiale piemontese potrebbe o vorrebbe condannarlo per atti della sua reggenza; un siffatto processo dovrebbe basarsi sull'attività precedente di S. A. S., attività che, eccettuato l'intervallo di pochi giorni o piuttosto di poche ore, era stata già perdonata da S. M. Vittorio Emanuele sebbene S. M. fosse allora all'oscuro di molte cose accadute pel tramite di S. A. S.». Il La Tour era, ciò nondimeno, favorevole, si sa, a un sollecito ritorno di Carlo Alberto in Piemonte.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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