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      Si veda anche Rodolico, pp. 292 sg. Circa lo stato d'animo della regina Maria Teresa di fronte alle prospettive di riassumere il trono siamo poco informati. Il Saluzzo (Zucchi, op. cit., p. 521) attesta che essa insistette col marito perché rifiutasse qualunque offerta in proposito; il Maisonfort, invece, in un dispaccio del 31 agosto 1821, riferiva che la conversazione della regina gli aveva dato l'impressione che essa rimpiangesse di non piú esser sul trono (Gualterio, op. cit., III, p. 324). Da un dispaccio Daiser (nuovo ministro d'Austria a Torino) al Metternich, 24 maggio 1822, sembrerebbe lecito dedurre che egli ritenesse aver Maria Teresa spinto re Vittorio a sollecitare, malgrado tutto, il ritorno in Piemonte (Rinieri, op. cit., p. 649).
      (80) Lo Hill aveva conosciuto l'arciduca a Cagliari, negli anni della lotta antinapoleonica. «M'è rincresciuto di notare - cosí riferiva questo suo colloquio - che, pur discorrendo egli con la sua solita abilità, il suo linguaggio è molto mutato relativamente ai sistemi liberali... S. A. R. era allora un candidato al posto di capo della Lega italiana, in quel tempo in progetto..., adesso è uno dei piú abili agenti di suo cugino l'imperatore. Trattandosi di un sovrano italiano... sono rimasto piuttosto sorpreso di udire con che tono sarcastico e spregiativo l'arciduca parlava degli italiani... Facendo un paragone fra il suo real suocero Vittorio Emanuele e la presente Maestà Sarda, l'arciduca mi ha detto con palese, viva approvazione, che S. M. Carlo Felice non è soltanto fermo, ma severo!


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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