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      493-494) avere il Montanelli «a lui per tre ore spifferato che con Plon-Plon farebbe in Toscana un esperimento di principato democratico-sociale». All'onesto Giorgini crederemmo senz'altro: ma ad un Giorgini raccontato dal Massari siamo proprio tenuti a prestar fede piena?
      (360) Per le dichiarazioni da lui fatte in quella occasione (egli considerava la concorde designazione del principe di Carignano da parte delle diverse assemblee dell'Italia centrale un passo decisivo verso la formazione di quel nuovo Stato che avrebbe facilitato l'ulteriore unificazione della penisola tutta) cfr. Assemblee del Risorgimento. Toscana, III, Roma 1911, pp. 727 sg.
      (361) D'altronde il Montanelli era persuaso che Napoleone III sarebbe stato in ogni caso costretto a rifiutare la corona dell'Italia centrale per il cugino, né piú né meno come Luigi Filippo aveva dovuto rifiutare quella belga offerta a suo figlio. Ma gli sembrava che la semplice offerta della reggenza o del trono sarebbe bastata ad assicurare la neutralità benevola della Francia agli ulteriori sviluppi della rivoluzione italiana nel centro e nel mezzogiorno. «Mi si potranno citare parole animate da cotali intendimenti - scrisse nella cit. lettera inedita al «Monitore Toscano» - ma sfido a provare, o che io spendessi in senso favorevole alla candidatura del principe Napoleone la parola imperiale, o che muovessi la benché minima pratica per sostenere che quando pure s'avesse a rinunziare all'unità fosse da preferire nel regno centrale il principe Napoleone a un principe della casa di Savoia.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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